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Con questo libro non si cercano formule o risultati; piuttosto si prova a ricostruire un movente, a cercare un perché e un come, cioè ricostruire i motivi per cui uno spazio ha assunto una specifica configurazione e, al contempo, indagare quali siano gli strumenti con cui quello stesso spazio è riuscito a toccarci. Più che di motivi è più giusto parlare di moventi, cioè di quelle ragioni che animano un'azione; l'azione progettuale dovrà perciò chiedersi: che fare? E poi ancora come? Si tratta cioè di padroneggiare una capacità compositiva, non tecnica, di cui si dovrà divenire padroni per non rimanere solo spettatori stupefatti di fronte all'effetto. Se il che fare corrisponde a una visione dello spazio, il come fare è il processo che piega invece le tecniche alla espressione compiuta della visione. Per conoscere questo processo e per formarsi una visione bisognerà approfondire la conoscenza con lo spazio, scegliersi un punto di vista: ecco il perché di queste esplorazioni. Attraverso passaggi di complessità crescente e una grafica elementare, che privilegia la visualizzazione come strumento critico, si indagano i temi che alimentano la formazione dello spazio progettato e la comprensione di quello che ci circonda.